Immagina un nido che non solo serve da casa per un uccello, ma funge anche da archivio dell’inquinamento che abbiamo generato negli ultimi 30 anni. Questo è precisamente ciò che hanno scoperto gli scienziati dell’Università di Leiden analizzando il nido di una folaga (Fulica atra) nei canali di Amsterdam. Investigando questo nido abbandonato, si sono imbattuti in un vero tesoro di rifiuti umani che offre uno sguardo inquietante all’evoluzione dei nostri rifiuti.
Durante il loro esame, i ricercatori hanno trovato centinaia di imballaggi e rifiuti, la maggior parte dei quali legati a cibi e bevande. Costruendo i loro nidi, gli uccelli aggiungono strati ogni stagione di riproduzione, il che significa che la plastica, che non si decompone mai completamente, si accumula nel tempo, creando una capsula del tempo della nostra inquinamento.
Uno sguardo agli ultimi trent’anni
La seconda parte dello studio ha implicato la datazione degli oggetti trovati nel nido. Gli scienziati hanno esaminato ogni involucro in cerca di informazioni come date di produzione e promozioni, incluso un involucro di cioccolato che faceva riferimento alla Coppa del Mondo del 1994. Attraverso questa analisi, è stato determinato che i rifiuti più antichi risalgono tra il 1991 e il 1994, offrendo un testimonianza della nostra evoluzione come società consumista.
Ma non è tutto. Studiando altri nidi, è stato osservato che, sebbene tutti contenessero spazzatura, nessuno era così antico come questo. Questa ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Ecology e ha aperto un nuovo campo di analisi su come gli uccelli urbani si adattano a un ambiente pieno di plastica.
Una delle osservazioni più sorprendenti è stata l’apparizione di mascherine usa e getta nei nidi più recenti, un chiaro segno degli effetti della pandemia sul nostro ambiente. Questo tipo di scoperte consente agli scienziati non solo di tracciare una mappa dell’inquinamento, ma anche di comprendere come gli animali interagiscono con questi rifiuti.
Da un lato, l’uso della plastica ha facilitato la vita di questi uccelli, che possono costruire nidi più durevoli nel corso delle generazioni. Mentre i loro cugini selvatici utilizzano solo materiali vegetali che si decompongono rapidamente, la folaga può aggiungere nuovi strati ogni anno. Ciò significa che, potenzialmente, almeno tre generazioni di uccelli hanno abitato in uno di questi nidi.
Tuttavia, questo vantaggio ha anche il suo lato oscuro. I nidi che contengono molta plastica sono più propensi ad ospitare parassiti, come il acaro rosso delle galline (Dermanyssus gallinae), e i rifiuti possono causare intralci fatali per gli uccelli.