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Scoprono il cratere d’impatto più antico della Terra con 3,47 miliardi di anni.

14 Marzo, 2025

Una scoperta in Australia rivela un cratere d’impatto che risale a 3,47 miliardi di anni fa, offrendo nuove indicazioni sulla storia precoce del pianeta.

In una recente scoperta che segna la storia del nostro pianeta, gli scienziati hanno identificato un cratere d’impatto che ha ben 3,47 miliardi di anni. Situato nel Cratone di Pilbara, in Australia Occidentale, questo cratere è il più antico conosciuto fino ad oggi e fornisce informazioni preziose sull’infanzia della Terra.

Nei primi giorni del nostro pianeta, gli impatti di corpi celesti erano all’ordine del giorno. Infatti, si crede che uno di questi impatti abbia formato la Luna circa 4,5 miliardi di anni fa. A quel tempo, il sistema solare era ancora in formazione, pieno di detriti spaziali che si scontravano tra loro. A differenza della Luna, che conserva crateri visibili a causa della mancanza di erosione, sulla Terra, il tempo ha cancellato molte di queste tracce attraverso processi come l’erosione e l’attività tettonica.

Una scoperta inaspettata e rivelatrice

Lo studio pubblicato su Nature Communications evidenzia che questo nuovo cratere sfida le aspettative, poiché non può essere identificato per la sua forma abituale. È stato identificato grazie a strutture rare chiamate “coni scheggiati”, che si formano solo sotto l’intensa pressione degli impatti di meteoriti. Il professor Tim Johnson, co-leader dello studio, ha commentato che la mancanza di crateri antichi ha portato molti geologi a trascurarli, rendendo questa scoperta un pezzo chiave nel puzzle della storia degli impatti sulla Terra.

Si stima che il meteorite che ha creato questo cratere si muovesse a 36 000 km/h, lasciando un cratere di oltre 100 chilometri di diametro e spargendo detriti in tutto il pianeta. Questa scoperta supporta una teoria che è stata discussa per decenni sull’origine dei continenti. Impatti come quello che ha formato questo cratere potrebbero aver fuso rocce e generato materiale vulcanico, contribuendo alla formazione delle prime masse di terra.

Inoltre, questi impatti potrebbero aver creato ambienti favorevoli alla vita microbica, suggerendo che l’inizio della vita sulla Terra potrebbe essere più connesso a questi eventi di quanto si pensasse in precedenza. Secondo Chris Kirkland, coautore dello studio, trovare altri crateri di quest’epoca potrebbe aprire nuove porte per comprendere come è iniziata la vita sul nostro pianeta.

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