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Urano sorprende con un giorno più lungo di quanto si pensasse grazie a nuove scoperte

12 Aprile, 2025

Recenti ricerche hanno rivelato che un giorno su Urano dura 28 secondi in più di quanto si pensasse, offrendo nuove prospettive su questo enigmatico pianeta.

Il tempo su Urano ha preso una piega inaspettata. Non si tratta di un gioco dello spazio con la nozione di tempo, ma di un affinamento nella misurazione del periodo di rotazione del settimo pianeta del sistema solare. Gli scienziati hanno ricalibrato il tempo che Urano impiega a completare una rotazione attorno al suo asse, e i risultati sono affascinanti.

Fino ad ora, la stima era stata effettuata negli anni ’80, basandosi sui dati della sonda Voyager 2 della NASA. Tuttavia, dopo un decennio di osservazioni delle aurore in questo gigante ghiacciato, i ricercatori sono riusciti a tracciare in modo più preciso i poli magnetici di Urano. Così, hanno scoperto che la durata di un giorno su questo pianeta è di 17 ore, 14 minuti e 52 secondi, ovvero 28 secondi in più rispetto a quanto si pensava in precedenza.

Nuove misurazioni e il loro impatto sulla scienza planetaria

Questa scoperta arriva proprio in tempo, a poche settimane dalla celebrazione del 35° anniversario del lancio del telescopio Hubble. Secondo Laurent Lamy, l’autore principale della ricerca e membro dell’Osservatorio di Parigi, “le osservazioni continue dell’Hubble sono state fondamentali” per questo progresso. Questo non solo fornisce un riferimento vitale per la comunità scientifica, ma risolve anche un antico dilemma: le coordinate precedentemente utilizzate erano diventate imprecise a causa dei calcoli obsoleti sulla rotazione del pianeta.

Per mettere in prospettiva la distanza di Urano, questo pianeta si trova a circa 3 miliardi di chilometri dal Sole, dove la luce solare è 400 volte più debole che sulla Terra. Inoltre, Urano impiega circa 84 anni terrestri per completare un’orbita attorno al Sole. Queste nuove scoperte non solo migliorano la nostra comprensione del pianeta, ma ci permettono anche di confrontare osservazioni delle aurore che coprono quasi 40 anni e pianificare future missioni spaziali verso Urano.

La ricerca è stata pubblicata di recente sulla rivista Nature Communications, dove si dettaglia come questo nuovo sistema di longitudine permetterà un monitoraggio più efficace dei fenomeni magnetici su Urano. Senza dubbio, la scienza continua a svelare i misteri dell’universo in modi sorprendenti.

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